Diario di Viaggio Settembre 2018
Pensieri Sparsi.
Bangkok ha un fascino penetrante che non passa mai di moda, più ci stai a contatto più te ne innamori. Quante cose sono cambiate in un anno, basti pensare che due anni fa riuscivamo a mala pena a fare un viaggio di due giorni e adesso ci ritroviamo a Bangkok per la quarta volta in undici mesi.
Ottobre 2017: la nostra prima volta nella capitale della Thailandia, ricordo che appena arrivata non mi fece una buona impressione, nella strada dall’aeroporto all’hotel, percorrendo la Rama IX mi accorsi che i primi scorci della città erano assai poveri, numerose baracche e in lontananza altissimi grattacieli.
Avevo pensato che fosse una contraddizione, non mangiai quasi niente durante il viaggio, la mia poca esperienza con il cibo mi ha fregato la prima volta, con un po’ di consapevolezza ho imparato in seguito ad apprezzare la cucina locale.
Bangkok mi apparve diversa perché io ero diversa…
Vedevo le donne cuocere pollo e gamberi per strada, in una friggitrice collegata con una bombola a gas ad un motorino e non riuscivo a capacitarmi di una simile realtà.

Oggi invece mentre passeggiavamo al Chatuchack sono esplosi dei cavi elettrici prendendo fuoco e bruciando alcuni quadri della bancarella sottostante, nessuno si è fatto male e tutti gli addetti all’ordine si sono messi a risolvere subito il problema come se nulla fosse, mi sono messa a ridere e ho pensato – Questa è l’Asia, questa è Bangkok! O impari ad amarla o non la capirai mai!
SABATO 22 Settembre 2018
Siamo arrivati sabato mattina a mezzogiorno, usciti dall’aeroporto ci ha investito quell’ondata di calore tipica di questa città, abbiamo preso un taxi e siamo rimasti per un’ora (visto il traffico) ad osservare in silenzio fuori dal finestrino.
Le macchine scorrono veloci e i cartelloni pubblicitari si alternano con foto del Re e messaggi sul non utilizzare Buddha come una decorazione ma rispettare la sua importanza.
Arrivati nel piccolo residence che abbiamo prenotato qualche giorno prima, veniamo accolti con un grande sorriso tipico Thai, dopo aver fatto il check in finalmente ci buttiamo sul letto della nostra stanza dalle pareti verdi. C’è odore di pulito e le lenzuola sono morbide, ci promettiamo di riposare solo qualche minuto ed ecco che da mezzogiorno diventano le sette di sera!
Con le facce gonfie e le gambe ancora affaticate dopo il viaggio in aereo, ci vestiamo velocemente e usciamo, l’aria è umida e deve appena aver smesso di piovere, andiamo verso Khao San Road.

Arriviamo in pochi minuti a piedi e ci perdiamo subito in mezzo alle stradine affollate e chiassose tipiche della movida di Bangkok, le ragazze per strada urlano -MASSAGE!- gli odori dello street food bruciano l’aria e si mischiano al profumo dolce dei pancake ripieni e fatti al momento su qualche carretto. Ci guardiamo e sorridiamo, siamo a Casa.
Non so se per la fame o perché ancora rincretinito dal sonno Manu accetta il primo scorpione che gli capita davanti e se lo mangia come se fosse un normalissimo spiedino di pollo, ne ho assaggiato un micro pezzetto a occhi chiusi e devo dire che era…buono!
Insisto per trovare una bancarella in cui avevamo mangiato qualche mese prima un ottimo pad thai, e dopo aver girato un pò avanti e indietro la troviamo: madre, figlia e un piccolo carretto, tre tavolini con sgabelli in plastica. Ordiniamo due pad thai vegetariani, Manu va a prendere due Chang Beer nel 7eleven accanto. Il piatto è squisito e paghiamo in tutto poco più di un euro, continuiamo la passeggiata.

Passiamo per Maha Chiai Road e sorridiamo a vedere la fila lunga quanto tutto il marciapiede fuori dal Pit Samai, uno dei ristoranti più famosi di Bangkok, a noi il loro pad thai a detta di molti “il migliore al mondo ” non ha entusiasmato, ma lo abbiamo comunque apprezzato per la sua particolare dolcezza data dall’accostamento di mango e gamberi.
Percorriamo qualche km a piedi e arriviamo a Chinatown, i marciapiedi sono affollatissimi di persone e bancarelle, impossibile passare, le insegne al neon che illuminano il quartiere e il chiasso creano l’atmosfera tipica di questo posto. Prendiamo due gelati lungo Yaowarat Road e poi ci dirigiamo verso casa, siamo stanchi ma proseguiamo a piedi, appena arriviamo in camera siamo già nel mondo dei sogni!

DOMENICA
La sveglia suona ripetutamente ma non riusciamo ad alzarci , guardo l’ora sul telefono e sono già le dieci meno cinque il che vuol dire solo una cosa : mancano solo cinque minuti al termine della colazione, ecco la scusa perfetta per alzarsi !!!
Andiamo alla fermata del bus e aspettiamo il 509 che in poco meno di un’ora ci porterà al Chatuchak. Adoro le “bigliettaie” dei bus thailandesi, hanno una sorta di cilindro in cui tengono soldi e biglietti che maneggiano talmente velocemente che sembra stiano facendo un gioco di prestigio.
Scendiamo alla fermata e ci dirigiamo verso il Mercato. Il Chatuchack è fra i mercati più grandi della Thailandia ed è aperto tutti i weekend con le sue 15 mila bancarelle. Mentre camminiamo ci fa piacere riconoscere i posti dove abbiamo comprato e mangiato un anno prima, è tutto lì come se il tempo non fosse passato: la zona dello street food con tavolini e sedie schiacciati l’uno all’altro, coconut freschi da bere appena tagliati, gamberi e calamari arrosto, pad thai in ogni salsa, la signora che caramella la frutta e quella che fa i frullati.

Le centinaia di saponette naturali ognuna di un profumo diverso, dal tamarindo alla menta piperita, cocco e lemongrass, papaya e ciliegio.
Spezie impacchettate, spezie sottovuoto, spezie in polvere, spezie fresche.
Abiti tipici, porcellane e servizi da the, fiori, immagini sacre, persino il cuoco spagnolo che fa la paella è sempre al solito posto.
Ecco che vediamo anche la bancarella con le targhette di legno fatte a mano dove comprammo la scritta Bangkok su sfondo blu da attaccare alla parete di casa.
Penso a Casa, e alla targhetta che ho conservato insieme a tanti altri ricordi sul fondo di una scatola e una sensazione di malinconia mi avvolge, la scaccio in fretta e riprendo a guardare tessuti e stoffe.
Prendiamo un frullato di anguria, un succo al lime e continuiamo la passeggiata sotto il sole caldissimo, torniamo alla zona food e ne approfittiamo per mangiare due kebab di pollo, due euro di spesa in tutto.
Decidiamo di passare il pomeriggio nella zona di Siam per andare al Bacc, il “Bangkok art and Cultural Center” adoro questo museo perché ospita mostre sempre diverse e numerosi artigiani locali, al primo piano c’è sempre un esposizione di qualche scuola elementare, si alternano art cafe e artisti locali che vendono le loro creazioni, l’ingresso è gratuito.
Vediamo le varie mostre e ci fermiamo a bere un caffè per riposarci un po , fuori diluvia e la nostra idea di andare al Parco svanisce velocemente, la pioggia è incessante e la finiamo per fare un giro all’MBK un centro commerciale infinito!
Quando la pioggia diminuisce ci incamminiamo verso Silom, percorrendo una zona che ormai conosciamo bene arriviamo al Pat Pong Night Market: mercato notturno che vende per lo più merce contraffatta nel cuore del quartiere a luci rosse.
In Thailandia si usa trattare, ogni venditore ha una calcolatrice in cui scrive il suo prezzo e voi dovete scrivere il vostro e contrattare, per loro è una vera usanza e se mio marito è un mago della contrattazione io faccio proporzionalmente schifo!
Ci fermiamo in un locale lì vicino e mangiamo un piatto di Ramen, siamo sfiniti e una volta terminata la cena cerchiamo un taxi: ecco che si rinizia a contrattare, all’ennesimo tentativo Manu convince un tassista a portarci a casa per il prezzo che aveva stabilito.

LUNEDI
Facciamo colazione con uova e pane tostato, beviamo il caffè e chiamiamo un taxi per arrivare al più presto nel nostro tempio preferito in assoluto, dall’altra parte del fiume Chao Praya.
Il Wat Arun è stupendo come sempre, si mostra in tutta la sua bellezza, questa volta senza lavori e impalcature intorno. Sono le dieci e ci sono ancora pochi turisti, ci godiamo in silenzio la sua sacralità e scattiamo un po di foto.
Andiamo a prendere il battello per tornare nella riva opposta e il cielo si fa scuro e i tuoni rimbombano forte, una volta scesi camminiamo fino a casa, arriviamo giusto in tempo: fuori diluvia.

Queste erano alcune pagine estrapolate dal mio diario di viaggio a Bangkok, mi piace scrivere delle mini-guide sui posti che visito, ma a volte amo anche mettermi in prima persona e parlare di sensazioni e vita vera.
Il giorno dopo saremmo partiti per l’avventura Australiana, una cosa è certa:
Bangkok ha un’energia che non son in grado di spiegare con le parole, se apri il cuore e chiudi gli occhi sarai in grado di coglierla forse, senza farti distrarre troppo dai tuk tuk che ti correranno accanto!

Lascia un commento