Ho incontrato Giulia nella sua città : la bella Firenze, bella come Lei che ha due occhi dolcissimi, i capelli da Raperonzolo e un sorriso genuino che ti conquista al primo sguardo, è come una ventata fresca a primavera! Io e Giulia abbiamo parlato delle nostre passioni in comune, delle campagne toscane e del mare sardo, che lei conosce bene, e poi mi ha portato a mangiare una schiacciata e li non ho potuto a fare a meno di pensare: la adoro!
Sono sicura che la adorerete anche voi, ora ve la presento con tanta tanta felicità:
Giulia la Nuova Donna Ordinariamente Straordinaria!
Raccontaci un po chi è Giulia!
Quando si tratta di raccontarmi non so mai da che parte cominciare, considerando anche il fatto che non mi piacciono le etichette, le trovo estremamente limitanti.
Ti direi semplicemente che Giulia è una ragazza normalissima a cui piace fare ed essere tante cose. Sono iperattiva, dinamica e curiosa, fondamentalmente. Sono stata pallavolista, studentessa universitaria e organizzatrice teatrale, adesso sono travel blogger, podcaster-wannabe e viaggiatrice. Dipende molto dal momento in cui mi trovo, ecco. Ma sarò sempre sorella, figlia e amica.

– Come è nata “noncieromaistata” e la strada verso il blogging ?
Mi verrebbe da dire che noncieromaistata è nata un po’ per caso, ma forse non c’entra molto il caso. A settembre 2015 sono stata in California, l’itinerario prevedeva di visitare 5 città in 2 stati e fare qualche migliaio di km. Era un’avventura. Volevo avere uno spazio dove annotarmi pensieri lungo il cammino, indirizzi che mi sarebbero piaciuti, qualche foto, e ricordi di incontri fatti per strada. Decisi quindi di aprire un piccolo blog (all’inizio ospitato sulla piattaforma WordPress), che aveva la forma di un diario di viaggio, più che blog vero e proprio.
Il passaggio a blog come è adesso è avvenuto a febbraio 2018, quando ho deciso di unire risorse, tempo e soldi e investirli in questo progetto, perché sentivo che questa poteva essere la mia strada, o meglio, sentivo che era un qualcosa che mi piaceva fare, quindi mi sono detta Perché non provarci?
E come dicevo, non è stato un caso il fatto che mi sia avvicinata al mondo del blogging. Ho sempre letto molto e scritto di più. Quando ero più piccola passavo i pomeriggi dopo scuola nel negozio di libri e fumetti di mia nonna materna, e lì scrivevo di tutto: mi inventavo storie fantascientifiche, mi annotavo pensieri, scrivevo giornaletti, per un periodo ho anche tenuto una sorta di diario personale. Ecco perché ti dico che non è stato un caso, perché sapevo che in un modo o nell’altro la scrittura sarebbe stata una parte importante della mia vita. Come in tutte le cose dovevo solo attraversare periodi e fasi diverse prima di capire effettivamente in che modo avrebbe fatto parte della mia vita.

– Sei una Fiorentina che ama la Sardegna, ci parli di queste due terre meravigliose e diverse, e di quello che rappresentano per te?
Molto volentieri! Il mio rapporto con queste due terre si può riassumere nella frase D’inverno vivo a Firenze, d’estate in Sardegna. Mi spiego. Sono nata a Firenze e vivo a Firenze da sempre. Amo follemente la mia città, anche perché per una come me che ama l’arte, la cultura e la storia, essere nata qui è come aver fatto tombola! Mi piace camminare per le vie del centro e immaginare che per quelle stesse vie, qualche secolo prima, ci hanno camminato personaggi illustri. Mi piace l’aria che si respira, mi piace che sia a misura d’uomo, mi piace il fatto che sia aperta all’internazionalizzazione (in certe zone del centro si parla più inglese che fiorentino!), mi piacciono le tradizioni, i modi di dire, e le leggende, metropolitane e non, che sono nate qui. Firenze ha un solo difetto, per quanto mi riguarda: non ha il mare.
Ecco il perché della Sardegna. I miei hanno cominciato ad andare in Sardegna per le ferie l’anno prima che nascessi io, e hanno continuato per tutti gli anni a seguire, quindi di fatto vado in Sardegna da quando sono nata. Mi piace considerarmi un po’ sarda d’adozione, e in questi 25 anni di frequentazione posso tranquillamente dire che è stato amore a prima vista.
Mi sento proprio divisa tra le due terre, un pezzo di me a Firenze e un pezzo di me in Sardegna. Firenze è casa per me, il posto dove ritorno sempre. La Sardegna però è il mio posto nel mondo, il posto dove sto bene. Ed è anche la mia cura. Quando c’è qualcosa che non va, raggiungo uno dei miei posticini, rigorosamente con vista mare, e piano piano tutto torna a posto, il mare mi permette di rimettere tutto nella giusta prospettiva.

– Ultimamente mi sono accorta che hai avuto un picco di creatività incredibile, chi è il tuo spacciatore di entusiasmo? Scherzi a parte, quali sono per te i lati positivi e quelli negativi di una vita all’insegna del lavoro freelance?
Grazie della domanda, Lucia! In effetti è un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
Credo che la creatività sia parte integrante di noi donne e uomini, c’è chi ha difficoltà nell’esprimerla, c’è chi ne ha fatto un lavoro e c’è chi la sperimenta come hobby o passione. C’è una cosa che ho capito in questi ultimi mesi. Che non si può essere sempre creativi, che non si possono avere idee creative una dopo l’altra, la creatività non è un pacco che possiamo produrre in serie come e quando vogliamo. Tutti attraversiamo delle fasi in cui si è più creativi e meno creativi, e uno dei fattori determinanti in questo senso secondo me è l’ambiente che viviamo e che respiriamo. Essere circondati da “persone che fanno rumore”, come piace chiamarle a me (le persone che fanno, si buttano, provano, tentano), confrontarsi con chi la pensa come te ma soprattutto con chi la pensa diversamente da te, ascoltare le idee degli altri e farsi ispirare sono tutte condizioni che aumentano le possibilità di esprimere la nostra creatività. Ma c’è un ma. Come dicevo, non si può essere creativi 7/24, 365 giorni all’anno. È umanamente impossibile. Siamo umani e tutti attraversiamo periodi no, periodi in cui non abbiamo voglia di fare, né sappiamo cosa fare. A me è capitato per esempio giusto un mesetto fa.
È a questo punto che dobbiamo essere furbi. All’inizio dell’anno ho letto Big Magic di Elizabeth Gilbert (che consiglio di leggere a tutti, a prescindere dal lavoro che si fa). La Gilbert dice che quando ci troviamo in questi momenti negativi dobbiamo farci furbi e invece di demoralizzarci sul divano perché pensiamo di essere dei fannulloni, dei buoni a nulla o dei perdenti, dobbiamo impiegare quel tempo in altro modo, senza costringere la creatività ad uscire. Per esempio, una delle cose che mi piace fare in questi momenti è dipingere (che sì, è un’attività creativa di per sé, ma io la vivo come un momento in cui non penso e lascio correre il pennello). E il risultato è sbalorditivo perché la creatività torna e si manifesta con mille idee diverse.
E questo discorso sulla creatività secondo me spiega perfettamente il “bipolarismo” del lavoro freelance. Spesso si parla del lavoro freelance esaltandone i lati positivi, si parla di quanto è bello poter lavorare da dovunque nel mondo, di non avere un capo a cui dover rispondere, della possibilità di organizzarsi la giornata come meglio si crede. Ma ci si concentra molto meno sugli aspetti negativi. Nessuno (o comunque pochissime persone) parla della sindrome dell’impostore, della fomo (fear of missing out, ovvero paura di essere tagliati fuori), e dei pensieri limitanti, per esempio. Nessuno parla del fatto che non avendo un capo devi essere tu stesso a motivarti anche quando non hai voglia. Nessuno parla del fatto che devi essere multitasking, devi essere in grado, almeno all’inizio, di risolverti problemi da sola, problemi tecnici, problemi legali, problemi di fatture e ricevute. Come in tutte le cose ci sono lati positivi che vengono esaltati e lati negativi che invece vengono taciuti. Vengono taciuti, ma ci sono.

-Le Donne che hanno ispirato la tua vita!
Domanda non semplice! Guarda, non credo di avere eroine alle quali mi ispiro. Mi piace avere intorno a me Donne che siano di ispirazione nella vita quotidiana, non nei grandi gesti eroici, non so se mi spiego. Guardo quello che fanno mia mamma, mia sorella, le mie nonne, le mie amiche. Anche se poi, non ti nascondo, mi piace conoscere e scoprire cosa hanno fatto le Grandi Donne della Storia.

-Se potessi mandare un messaggio a tutte le donne del mondo, quale sarebbe?
Di non scendere a compromessi se questo significa rinunciare anche solo a un pezzettino della propria libertà.
Quando ero più piccola mi si rimproverava il fatto di vedere il mondo in bianco e nero, per me era bianco o nero, non riuscivo a distinguere sfumature di grigio, figuriamoci i colori! Poi, piano piano sono cresciuta e ho cominciato a vedere anche i colori, ma ci sono situazioni in cui per me il mondo continua ad essere bianco o nero. La libertà è una di queste.
Libertà per me è avere la possibilità di accettare, rifiutare, cambiare, trasformare.
Credo che tutte le donne debbano poter essere chi vogliono e debbano poter non sapere chi vogliono essere. Per esprimere sé stessi al 100% c’è bisogno di libertà. Ecco perché dico di non rinunciare mai alla libertà.
E so bene, Lucia, che può sembrare retorica, ma se avessi la possibilità di parlare a tutte le donne del mondo, il che di per sé sarebbe una delle cose più responsabilizzanti in assoluto, racconterei loro la verità, e la mia verità si chiama libertà.

Ringrazio Giulia con tutto il cuore per questa intervista, e se volte conoscerla meglio ecco qui i link ai suoi social:
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Giulia Maio
Travel content creator & v/blogger
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