Ho conosciuto Silvia su Instagram, da un post capitato per caso l’ho finita per leggerli tutti, e mi si è riscaldato il cuore a scorrere parole cosi piacevoli, creative, emozionanti.
Solo dopo ho saputo che Silvia è affetta da una disabilità, di cui parla con forza nei suoi canali social, mi sono lasciata ispirare dalla sua ondata fresca di concretezza e positività e le ho subito chiesto di diventare una delle Donne Ordinariamente Straordinarie, con mia gioia ha accettato e ora posso finalmente raccontarvi Sissi!
-Ci racconti chi è Sissi?
Sissi è il diminutivo di Silvia ed è una ragazza semplice, socievole ma anche
timida. È la classica ragazza della porta accanto, quella a cui bussi quando ti finisce lo zucchero o hai voglia di fare due chiacchiere nei pomeriggi d’inverno. È una ragazza energica, con una gran voglia di vivere ed esplorare il mondo ma è anche una ragazza con disabilità, un tratto che da sempre mi appartiene e contraddistingue.

– Basta guardarti per capire che sei una persona luminosa e positiva, lo sei sempre stata o è frutto di un percorso personale?
Sono sempre stata sorridente. Il sorriso è da sempre un mio tratto distintivo fin da quando ero piccola ma non era come lo vedete ora. Era un sorriso soffocato, tormentato e che nascondeva tanta sofferenza e dolore. Sorridevo fuori, davanti agli altri, mentre dentro piangevo e urlavo disperata. Ero prigioniera di me stessa, della mia vita e di tutto ciò che mi circondava. Ci sono voluti tanti anni prima che mi sentissi una persona libera. Piano piano ho infatti imparato ad accettare la realtà dei fatti e a trarre il lato positivo da ogni situazione. È stato un lungo percorso che tutt’ora si evolve giorno dopo giorno.
– L’accettazione di se, ne hai parlato spesso e io ti vorrei chiedere, quanto è importante per te accettarsi?
È fondamentale. Per gran parte della mia vita non mi sono guardata allo specchio, odiavo la mia immagine riflessa poichè vedevo la parte più distorta e deforme di me. Non vedevo Silvia nella sua interezza ma solo la sua disabilità, le sue mani storte, il suo corpo che non era “normale” rispetto a quello degli altri. Siamo soggiogati dai continui canoni di bellezza che purtroppo continuano a creare insicurezza e complessi e fino a quando non impariamo ad accettare la parte che più odiamo di noi stessi, non possiamo sentirci realmente liberi. La verità è che non si può essere perennemente in conflitto con se stessi, arriva il momento in cui è necessario fare la pace e capire che quelli che chiamiamo difetti sono i nostri tratti distintivi di unicità. Con il tempo, ho infatti imparato a vedermi per quello che sono, una ragazza con disabilità ma con tante altre caratteristiche e qualità.

Parliamo di pari opportunità : disabili e non, donne e uomini, come trovi la situazione nel nostro paese?
C’è davvero ancora tanto da fare. Non credo che ci siano realmente pari opportunità né per le donne né per i disabili. Ci dovrebbe essere più integrazione iniziando dalla scuola e allargandosi nel mondo del lavoro. Per esempio io ho avuto molte difficoltà nel trovare un tirocinio universitario in un’azienda poiché la mia disabilità era considerata un problema, un intralcio alla produttività, nonostante il mio “curriculum perfetto”. Si dovrebbe valutare prima di ogni cosa la persona, le sue competenze e insieme cercare delle soluzioni ma, data la frenesia del mondo, è più facile scartare e prendere qualcun altro che magari non corre il rischio di rimanere incinta o che non abbia particolari esigenze.

Le Donne che hanno ispirato la tua vita (del passato, del presente o della fantasia)!
Sicuramente mia mamma è una di quelle. Grazie a lei ho imparato quali sono i veri valori della vita e le cose davvero importanti.
-Se potessi mandare un messaggio a tutte le donne del mondo quale sarebbe?
Di sentirsi sempre belle valorizzandosi, di non accontentarsi e inseguire i propri sogni.

Ringrazio Sissi, e vi ricordo che potete trovarla su:
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