Ultimamente mi è stato chiesto spesso quale fosse la mia professione: “chi sei e cosa fai?”
Ho difficoltà a rispondere, sono in un momento della mia vita in cui ciò che faccio ha un ruolo marginale, è la prima volta che non do peso a come mi guadagno da vivere perchè troppo concentrata a fare quello che mi piace.
Se ora mi chiedessi ” chi sei ” ti risponderei cosi:
Sono una Donna, Scrittrice e Travel Blogger.

Scrivere e parlare di viaggi non è remunerativo in questo momento, ma è comunque ciò che SONO io oggi. Coltivo queste passioni sperando di tramutarle un giorno in lavoro ma questo non ha importanza.
Se mi chiedi come mi guadagno da vivere invece, ti risponde che faccio ciò che serve: la cameriera, la barista, la contadina, l’operaia. Per me non ha un granché di importanza.
Ma non è sempre stato cosi.
Ho iniziato a lavorare a sedici anni durante le vacanze estive, facevo la cameriera per pochi soldi e moltissime ore, ero trattata come una merda, e non sto esagerando. Perchè l’ho fatto allora? Perche nonostante la mia famiglia non mi abbia mai fatto mancare nulla io volevo una mia indipendenza economica. La benzina dello scooter, il corso da bartender, i cellulari, le uscite, erano tutte cose che volevo pagarmi da sola.
Non ero mentalmente forte come lo sono ora, ero in balia di onde più grandi di me, e non è stato facile. Soffrivo di ansia, perdevo kg, fumavo tanto, piangevo ogni santo giorno prima di iniziare il servizio. Ho continuato a lavorare per anni in ristorante finche poi Manu, che allora non era ancora mio marito, mi face capire che dovevo farmi rispettare, che le possibilità le avrei trovate anche fuori da quel mura. Cosi ho iniziato a mettermi alla prova, a pretendere ciò che mi spettava, a SCEGLIERE.
Ho continuato a lavorare nella ristorazione finche la mia intera vita personale e sentimentale ne ha risentito. Molti di voi forse sapranno cosa vuol dire stare in piedi 12 ore al giorno, avere vent’anni e i capillari delle gambe che scoppiano, aspettare stipendi in ritardo mentre le bollette o le banche non hanno tempo di aspettare te.
Ma siamo ancorati al posto fisso, al contratto a tempo indeterminato, al giorno libero in cui fai tutto me no che svagati, a lavorare 6 giorni con il muso sperando solo che il tempo passi in fretta. Se penso adesso che ero una ragazza di 22 anni spaventata psicologicamente dal lasciare un contratto da cameriera mi vengono i brividi.
Il primo salto nel vuoto. Avevamo appena aperto un mutuo e deciso di sposarci, lasciammo i nostri posti sicuri. Nel corso degli anni ce ne siamo sentite dire tante: siete pazzi, e come farete con un mutuo, meglio un lavoro fisso che ti rende infelice di nessuna sicurezza...potrei continuare all’infinito.
Ma cari miei, i pazzi site voi a credere di non avere scelta. Io le sicurezze le ho : SONO SICURA CHE FAREI SEMPRE QUALSIASI COSA PER MANTENERE IN PIEDI LA MIA FAMIGLIA. Il lavoro c’è, magari è un lavoro malpagato e che non ci rispecchia ma sfruttatelo finchè basta per racimolare abbastanza e fare ciò che amate.
Grazie a questa nuova consapevolezza e fiducia in me stessa il giorno dopo il nostro matrimonio siamo partiti per una stagione estiva, al termine della quale siamo stati per la prima volta in Asia. Quel mese in Thailandia ha cambiato le carte in tavola, di nuovo.
Tornati a casa ci riproviamo : contratto e lavoro, nessuno stimolo. Avevamo qualche risparmio e abbiamo deciso di fermarci, di far un bel respiro e andare a vivere in Asia per qualche mese. Lo dico spesso, l’Asia ti cambia. Io sono cambiata.
Torniamo a casa solo per guadagnare abbastanza e lasciare tutto un’altra volta: andiamo in Australia.
In Australia ci sono gli stipendi più alti al mondo, uno stile di vita quieto e rilassato, rispetto all’Italia è un altro mondo.
Quando chiedi a un’australiano chi è lui ti risponde che è un surfista, un pittore, un sognatore. Non è il suo lavoro, non è un ingegnere, un dottore, un commercialista. Lui è la sua passione.
Ecco in cosa l’Australia mi ha aiutato: a capire che ciò che sono è ben altro che il mio lavoro. Il lavoro oggi per me, è un semplice mezzo che mi permette di arrivare al fine.
Sta tutto nel cambiare punto di vista, nel credere nelle vostre capacità e prendere il lavoro come un ottimo modo per guadagnare e potervi dedicare a ciò che amate.
E nessuno meglio di me sa quanto il mercato del lavoro in Italia sia pessimo, ma se continuiamo ad accettare lavori sottopagati, a non pretendere i nostri diritti per paura di essere licenziati, ad acconsentire a mesi di ritardo dello stipendio allora vi dico una cosa: la situazione non cambierà mai.
Abbiate il coraggio di cercare a fondo, di reinventarvi, non provate vergogna a fare certi tipi di lavoro, mettetevi alla prova, partite, rincominciate, siate creativi, ma FATE QUALCOSA. Non rimanete statici.
Io sono Lucia : Donna e Scrittrice.
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