Jessica l’ho conosciuta prima su Instagram, poi ci siamo date appuntamento per un aperitivo a Cagliari, e davanti a due calici di rosso è stata sancita la nostra bellissima amicizia.
L’ho adorata da subito, per quei riccioli perfetti, per il suo cuore grande, l’educazione e la delicatezza. Ma anche per la sua determinazione, la sua passione e il suo essere Donna.
E poi, mi ha portato a mangiare il lardo al mirto, che penso equivalga a un patto di amicizia per la vita.
Vi presento Jessica, una nuova DONNA ORDINARIAMENTE STRAORDINARIA.

Riccioli fantastici a parte, chi è Jessica?
Ho 32 anni e negli ultimi dieci ho vissuto un po’ ovunque alla ricerca di esperienze interessanti. Ho un animo irrequieto e mi annoio facilmente: ho vissuto in 9 città diverse e in 13 case. Al momento sono a Cagliari e, se me l’avessero detto dieci anni fa, non ci avrei creduto che sarei tornata.
Mi occupo di comunicazione per il settore enogastronomico, in particolare sono una social media strategist e copywriter. Con la scrittura, soprattutto quella legata al mondo del cibo, ho trovato il modo per incanalare il mio animo che difficilmente riesce a stare fermo, facendo di una passione un lavoro: infatti, la parte più divertente è conoscere produttori o ristoratori e scoprire il loro mondo, ovunque esso sia.

Ci racconti il tuo progetto: Sardegna Quanto Basta?
Lo sviluppo è avvenuto in più fasi. Nella mia testa, è nato nel 2014, quando vivevo a Siviglia. Fra le varie cose, organizzavo tour de tapas e questo progetto mi aveva fatto sentire il bisogno di raccontare un pezzo della mia terra, quello legato ai posti in cui mangiare e bere bene. Sentivo di aver tanto da raccontare. Nel frattempo, i lavori fatti e le città visitate non hanno fatto che accrescere questo desiderio. Oltre che l’amore per il cibo. Per questo, ho cominciato a sviluppare su Instagram uno storytelling basato sulla nostra isola. Per me all’inizio era un gioco, mi serviva per tenere vivo il ricordo della mia terra mentre ero lontana e, allo stesso tempo, testare funzionalità dei social e allenarmi con la scrittura. Solo che pian piano questo gioco è diventato più serio perché c’erano persone reali che mi seguivano, mi scrivevano e mi supportavano perciò inevitabilmente è diventato una costante quotidiana.
A giugno 2019, ho capito che era giunto il momento di lanciarsi nel blogging e ho dato vita a Sardegna Quanto basta: un contenitore di storie legato al mondo enogastronomico. La Sardegna è la protagonista, ma racconto anche altri luoghi che visito. Pian piano sta prendendo forma e ho già programmato parte dei contenuti di quest’anno. Il filo conduttore è una trama che lega cibo, persone e territorio, dove ogni ingrediente o piatto rappresentano la cultura di un luogo.
Jessica è una testarda lunatica curiosa che cerca sempre nuovi stimoli, pensando a mangiare e al prossimo aereo da prendere.

Ci parli un po della tua fantastica zona : il Sulcis?
Ho imparato ad amarla da grande e oggi penso sia uno dei posti più belli del mondo, per quanto non facile. Quando ero adolescente era la mia prigione. Vengo da un piccolo paese in cui le possibilità di crescita per i giovani non sono molte e mi sentivo molto legata, tant’è che il mio bisogno di andare all’avanscoperta è nato così. Però, oggi, dopo aver vissuto lontana dalla Sardegna per un periodo abbastanza lungo, la amo.
Ho degli angoli da cui traggo ispirazione, ci vado appositamente per trovare stimoli ed energia. Ma è già all’arrivo che sorprende.
Arrivateci passando dalle curve di Siliqua: fate un salto nei primi paesi e esplorate i monti che sovrastano Nuxis, o le grotte di Is Zuddas a Santadi o l’area archeologica di Villaperuccio. O, ancora, il borgo medievale di Tratalias.
Se poi amate affondare i piedi nella sabbia fresca, c’è la splendida spiaggia di Porto Pino, fino alle dune. Ci sono cresciuta ed è un incanto. Come mozza il fiato anche Sant’Antioco, Calasetta e Carloforte. Qui poi c’è anche una cucina incredibile, che si miscia con altre culture.
Il Sulcis è la meta per chi ama entrare in connessione con sé stesso, nel silenzio e nella pace della natura.

La passione per l’enogastronomia come e quando è nata?
In cuor mio c’è sempre stata. Mamma è una super cuoca e ha sempre cucinato tanto e bene. Da bambina mi divertivo a impastare con lei, ma anche ad andare in montagna con papà a cercare funghi o raccogliere il mirto. Poi, una volta cresciuta, ho cominciato a leggere dei libri di antropologia e sociologia. La mia attenzione era rivolta in particolare al comportamento dei popoli nei confronti del cibo. Così ci ho fatto una tesi, parlando del ruolo del pastore nel Sulcis, appunto. Poi i viaggi mi hanno portata a conoscere persone da tutto il mondo. Mangiavo con taiwanesi, spagnoli, brasiliani, arabi e molte altre culture. Cucinavamo tutti insieme e ci spiegavamo riti e ingredienti: era molto più che mangiare, stavo entrando nel cuore di quelle persone. Questo è uno dei ricordi più belli che mi porto dietro dalle mie esperienze Per me il cibo non è solo un bisogno, ma il carattere e l’animo di ognuno di noi. Ciò che amiamo mangiare dipende dal contesto in cui siamo vissuti, dalle nostre abitudini. Per questo provo a curiosare sempre sui gusti delle persone che conosco: mi aiuta a conoscerle un po’ meglio.
Recentemente sono diventata sommelier e ora ho l’obiettivo di studiare il mondo dell’olio, dei formaggi, dei salumi… ci pensi quante meravigliose informazioni si celano dietro un unico prodotto?

Le Donne che ti hanno ispirato nel corso della tua vita.
Mamma. Più che mai: è grazie a lei se ho fatto ciò che mi sentivo di fare, perché è sempre stata una donna forte e con un grande senso pratico. “Se vuoi fare una cosa, falla!”, mi dice ancora oggi. Diciamo che mi ha sempre aiutata ad alleviare il senso psicologico di difficoltà nel raggiungere traguardi apparentemente insormontabili. Tutti i miei colpi di testa, alla fine, li devo a lei, che mi ha fatto capire che si può tutto.
Ho poi diverse donne da cui traggo ispirazione, ognuna per un momento diverso.
Nel lavoro, nelle amicizie, nei viaggi, ma anche solo prendendo un caffè in un bar mi capita di incrociare la mia vita con quella di persone interessanti e che mi regalano qualcosa di speciale. L’importante è soffermarsi e riconoscerlo.
Cerco di prendere spunto dalle donne forti ma dal cuore gentile. Odio la maleducazione, la strafottenza e l’arrivismo. Mi piacciono i cuori gentili, sensibili e che non calpestano gli altri.

Se potessi mandare un messaggio a tutte le Donne del mondo, quale sarebbe?
Osare, senza paura di non farcela o di non essere abbastanza.
A volte ci sembra di non essere capaci, ma sai che quando ho insistito ce l’ho sempre fatta? Vale per tutte noi, che a volte ci lasciamo sopraffare dalle difficoltà o, più spesso, dai nostri stessi pensieri con cui ci sabotiamo. La realtà è che possiamo tutto.

Ringrazio Je per averci raccontato la sua storia. Spero che con questa intervista abbiate scoperta una nuova fantastica Donna. Se volete saperne di più:
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