Lo sleeping bus è un ottimo modo per risparmiare in viaggio. Scegliendo i viaggi notturni si passa la notte direttamente a bordo, e come mezzo di spostamento è sicuramente il più economico. Sedili pieghevoli, spesso a castello ( si come i letti ). Certo l’igiene è quello che è, magari avrai un signore che russa affianco a te, o uno che sale illegalmente con i 12 figli nel mezzo della notte, perché amico dell’autista. O quello che non spegne il cellulare e parla incessantemente.
Però hai le stelle che fanno capolino dal finestrino, e ammettiamolo, dormirai di merda quindi sarai sicuramente sveglio per ammirare l’alba.
La prima tappa dopo Ho chi Minh è stata Na Trang: un paesino sul mare pieno e dico PIENO di russi. Locali con menù in russo, vasche piene di aragoste e crostacei vari ( i russi ne vanno matti ) , insegne, cartelli tutto vietnamita / russo.
-Siamo finiti in una città super turistica vero?
-Eh vabbè, c’è il mare, una giornata in spiaggia non me la leva nessuno!
A noi non è che ci interessasse molto del resto: avevamo una stanza, un terrazzino dove fare colazione con banana pancake e la spiaggia a due passi. Fu cosi che i due giorni passarono in riva al mare di Na Trang, senza fare assolutamente nulla. Ci voleva, mannaggia quanto ci voleva il mare!!!
In spiaggia accanto a noi c’era una coppia russa di mezza età. Verso mezzogiorno passava una vecchia tutta curva con un bastone sulle spalle che reggeva due pentoloni incandescenti. Cosa c’era dentro? Aragoste e gamberoni. Si fermava dai russi sulla spiaggia ( compresi i nostri vicini ) e vendeva crostacei per pochi dollari.
All’ora del tramonto la spiaggia si popolava di famiglie locali con i bambini, coppie mano nella mano, ragazzini con coloratissimi aquiloni. Mentre osservavo tutte quelle persone felici, il sole spariva dietro la sottile linea che divide cielo e mare, Manu sdraiato poco vicino, ero felice, completa. Era tutto perfetto.
Mangiavamo anguria, ci rinfrescavamo con iced coffee vietnamita, e la prima sera cenammo in un ristorantino greco delizioso. Datemi pita e humus e nessuno si farà male!
Un’altra cosa che amo del viaggio è il viaggio nel viaggio. Mi spiego meglio: essere in una calda cittadina di mare del Vietnam e un attimo dopo in Grecia con un piatto di salse . O passeggiare a Bangkok e finire in Cina con pochi passi grazie alla sua Chinatown. Vivere a Melbourne e arrivare in Giappone scostando la tenda del locale sotto casa. Il viaggio nel viaggio è incredibile, capite che intendo?
Ah prima che dimentichi : era ufficialmente iniziata la mia strada verso l’alcolismo. Ogni città del Vietnam ha una birra tipica, le abbiamo assaggiate in tutte le tappe. Ho difficoltà a reggere l’alcool normalmente figuriamoci con 40 gradi all’ombra. Ma ci arriveremo, siate pazienti.
Il secondo giorno dovevamo prendere lo sleeping bus intorno alle 18. Il check out dell’albergo era la mattina, cosi avevamo lasciato le valige lì per stare un altro pò di spiaggia. Dal mare eravamo andati direttamente all autobus come due sardine infarinate, la salsedine appiccicata addosso e i capelli sconvolti. Ma in fondo che ci frega, ci siamo goduti un po di sole in più.
Viaggio scomodo + salsedine che prude sotto il costume + 0 ore di sonno + l’autista che ci fa scendere tutti in mezzo alla strada alle 5 del mattino senza andare alla fermata stabilita. Sembravo un doberman pronto all’attacco cazzo.
Proviamo a orientarci ( Manu si orienta io lo seguo ) e cerchiamo l’albergo. Ero stanca e molto infastidita. Non mi succede spesso ma se mi gira male divento davvero fastidiosa e petulante. Il tutto mentre nei marciapiedi i vietnamiti stavano già consumando una zuppa calda.
Arriviamo in un piccolo albergo tutto circondato da piante e fiori, ci accoglie una gentilissima ragazza.
-Anche se è presto per il check-in vi do subito la stanza, anzi ne ho una libera con il balcone vi do quella. Volete prima fare colazione? Abbiamo degli ottimi banana pancake.
Le avrei gettato le braccia al collo lo giuro. Se avete letto i capitoli precedenti ormai avrete capito la mia fissa per i pancake.
Dopo un abbondante colazione e delle deliziose tazze di caffè saliamo in camera: era davvero carina, pulitissima, e con una DOCCIA ENORME. Viaggiare low cost implica compromessi, ma quella stanza era un gioiellino che c’era costato pochissimo. Dopo esserci lavati e messi a letto avevamo deciso di dormire e perdere mezza giornata. Eravamo troppo stanchi, pazienza…
1…
2…
3…
-Riposeremo da morti.
-Ok usciamo.
Hoi An è la famosa città delle lanterne. Avete presente la foto classica da travel blogger figa in mezzo a milioni di lanterne colorate su Instagram? Ecco quella è Hoi An, la bomboniera del Vietnam.
Una cittadina decorata a festa dove le lanterne creano un’atmosfera a dir poco magica. L’attrazione principale è il centro storico dove le influenze giapponesi, portoghesi e cinesi danno vita a monumenti e vecchi templi.
Mentre camminavamo ricordo di aver visto una casa con enormi muri turchesi, sorridendo avevo chiesto a Manu di scattarmi una foto. Ricordate il significato del turchese durante il mio viaggio?
Soddisfatti di essere usciti ma devastati dalla stanchezza e dai 40 gradi ci fermiamo in un localino e ordiniamo qualche piatto tipico e ovviamente Spring roll. Quanto sono buoni! Come da tradizione ordiniamo anche la birra locale.
Due birre grazie!
…
Altre due si!
…
C’è troppo caldo per uscire ora, ne facciamo portare altre due? Si.
… e per la serie barcollo ma non mollo, riprendiamo il nostro tour nel centro, tra risate e vecchi giardini giapponesi.
Saremmo partiti la mattina seguente, dopo una luuunga dormita in quel letto pulito e morbido, direzione : la vecchia città imperiale!

Se le parole non bastano potete rivedere le vecchie storie in evidenza sul mio profilo Instagram qui.
Lascia un commento