…Ho iniziato il mio progetto di promozione della Sardegna durante il lockdown. Ho pianificato, scritto email, contattato aziende, cercato strutture e ho messo a disposizione per molte di loro il mio lavoro a titolo gratuito. Non perché non abbia valore, anzi, in un momento del genere so quanto sia dura mandare avanti un’attività, e quanto l’aiuto di ognuno di noi possa fare la differenza. Non si tratta sempre di soldi, ma di bene comune, di etica, di piacere, chiamatelo come volete.
Il senso di tutto questo è uno: la mia bella Sardegna ha molto da offrire. Non solo nella costa, ma in ogni suo angolo. Parlando con qualcuno mi è stato detto: il mare è solo la cornice dell’isola, il quadro è il vero capolavoro. Non avevo un itinerario, ho guidato per km da ovest a est, da est a sud, da sud a nord senza pianificare un granché. Ho il cuore cosi colmo di meraviglia che quasi non riesco a raccontarla. Ora che mi sono fermata per qualche giorno sto iniziando a metabolizzare però.
Mi chiedo perché i giornali stiano facendo l’ennesimo terrorismo psicologico, e stavolta sulla Sardegna. Ho parlato con diversi proprietari di strutture che per colpa di un articolo che preannunciava la chiusura infondata dell’isola hanno perso numerose prenotazioni. Leggo titoli in prima pagina che mi fanno rabbrividire. Sono andata a cercare delle fonti sicure e ho constatato che la situazione descritta da molti giornali non corrisponde alla realtà. Ci sono stati numerosi casi si, ma rimaniamo tra le regioni con il numero di contagi più basso. Mi chiedo davvero se dietro ci sia una spregevole discriminazione, gelosia o solo pessimo giornalismo.
Si continua a parlare di Porto Cervo, Porto Rotondo, Costa Smeralda e Briatore. Perchè? Perché fanno notizia. Parlare del Billionaire chiuso vende di più. Perché perdere tempo a scrivere dei numerosi festival musicali, artistici e letterali che sono riusciti a rispettare tutte le norme seppur con tanti sacrifici, ad esempio?
Sono una persona fin troppo ingenua, non vedo la malvagità nemmeno quando mi prende a schiaffi. Ecco perchè sono giorni che covo nervoso e rammarico per una parte d’Italia che si fa la guerra, che discrimina e vomita cattiveria. Un articolo allarmista con informazioni false è in grado di distruggere il lavoro di numerose imprese, e di conseguenza famiglie.
Noi sardi scappiamo dalla costa nord nei mesi estivi, perché mi duole dirlo ma, in alcune zone, è covo di barbari . Gli stessi che la sfruttano e poi ci sputano sopra. Forse ormai è anche una notizia noiosa no? Tutti siamo a conoscenza della fetta di persone che arriva solo per tirare cocaina e farsi le foto con le bottiglie di Dom Perignon geolocalizzandosi nella costa figa della Sardegna. E se il menefreghismo, il senso di immortalità e immunità, e la poca prevenzione sono il fulcro delle loro vacanze è inevitabile che i contagi arrivino numerosi. Come la mononucleosi e le malattie veneree d’altronde. Questo però avviene ovunque e lo sappiamo. Possibile che non ci sia altro con cui occupare la prima pagina delle testate nazionali? O almeno filtrare la notizia e scrivere la verità senza ingigantire le cose e trasformare una scintilla in bomba nucleare?
Mi sono molto battuta nel difendere la Sardegna e i Sardi in diverse occasioni. Ma per la prima volta mi sento vicina a chi mi ripete: forse è un bene tenere i nostri tesori per noi, se il ringraziamento è questo.
Ci tengo a specificare che questa è solo una pagina di diario scritta in un momento di amarezza. Io continuerò nel mio piccolissimo a mostrarvi una terra dalle mille sfumature, in estate e in inverno. E invito tutti voi a preservarla, proteggerla e rispettarla, la responsabilità è nostra.
La responsabilità nel non diffondere notizie false, comprare giornali che facciano Sao giornalismo informativo e non gossip, sostenere chi si batte per il giusto, e ovviamente, rispettare gli altri senza pensare di essere onnipotenti.
La colpa non è solo del giornalista in cerca dell’articolo accattivante ma anche nostra. Siamo avvelenati nell’animo dall’odio e dalla cattiveria a tal punto da aver perso il lume della ragione. Qualche giorno fa i miei cari amici Alessandra e Fabrizio sono stati in una delle nostre più belle spiagge, non a prendere il sole ma a raccogliere quintali di spazzatura. Con loro c’era Farah, la dolcissima Labrador inseparabile compagna d’avventure. Dopo aver raccolto numerose buste di immondezza hanno addirittura sentito delle lamentele per aver portato il cane in spiaggia.
Cara Farah, ritieniti fortunata perchè la nostra di razza, è la più crudele che esista.

Lascia un commento